Riconoscere la vera pelle
Quando si parla di vera pelle, generalmente si parla di un prodotto unico. Ogni pelle è del tutto differente da un'altra. Inoltre, la pelle di un unico animale presenta delle caratteristiche differenti a seconda della parte di pelle esaminata.
- Disomogeneità di colore: Per capire se una giacca è fatta di vera pelle, bisogna esaminare attentamente il colore. Se è vera pelle difficilmente il colore sarà omogeneo al 100%, ma avrà punti in cui il colore è un pò più scuro/chiaro (si tratta di piccoli gradi di differenza).
- Disomogeneità dei pori: Come gli esseri umani, la pelle degli animali è formata dai pori che non sono mai uniformi. Utilizzando una lente di ingrandimento, sotto al sole, scruttate attentamente i pori della pelle e se vi accorgete che sono posti a casp, allora avete davanti un articolo in vera pelle. Bisogna fare attenzione, in quanto nelle pelli finte di ultima generazione, si è cercato di simulare la stessa caratteristica.
- Piccoli difetti: Sugli articoli in pelle è facile trovare munuscoli difetti che caratterizzano l'autenticità del prodotto. Piccoli difetti che sulla pelle dell'animale possono essere causati da punture di insetti o piccoli graffi. Ovviamente è più difficile trovare grandi difetti in quanto le pelli vengono scartate durante la lavorazione delle stesse.
L'etichettatura è un altro modo per riconoscere la vera pelle, ed è ancora meglio quando la giacca è accompagnata da un pezzettino di materiale con cui è stato confezionato il capo.
I simboli e le indicazioni da prendere in considerazione sono vari, ma tra i più importanti troviamo:
- Etichetta Made in Italy: Ai sensi della legge n. 55 dell'8 aprile 2010 è obbligatorio per i prodotti dell industria della moda, inclusa quella in pelle, garantire che l'indicazione "Made in Italy" esposta sui cartellini sia utilizzata solo se almeno due delle fasi di lavorazione sono prodotte sul territorio nazionale e se rispettano la normativa ambientale e qualitativa del paese.
- Etichetta "Vera pelle": Il decreto ministeriale dell'11 aprile 1996 stabilisce il significato della dicitura vera pelle esposta sui cartellini:
Il cuoio è anche ottenuto da pelli o pellame tagliati in strati o in segmenti, prima o dopo la conciatura. Se però la pelle o il pellame conciati sono disintegrati meccanicamente e/o ridotti chimicamente in particelle fibrose, pezzetti o polveri e, successivamente, con o senza l’aggiunta di un elemento legante, vengono trasformati in fogli o in altre forme, detti fogli o forme non possono essere denominati «cuoio». Se il cuoio ha uno strato di rivestimento, indipendentemente da come sia stato applicato, o uno strato accoppiato a colla, tali strati non devono essere superiori a 0,15 mm. In questa maniera, tutti i tipi di cuoio sono coperti, fatti salvi altri obblighi giuridici, ad esempio, la Convenzione di Washington. La dicitura “pelle pieno fiore” si applica alla pelle con grana originaria, ovvero quando l’epidermide è stata ritirata e senza che nessuna pellicola di superficie sia stata eliminata mediante sfioratura, scarnatura o spaccatura.
Un'altro indicatore fondamentale della vera pelle è il prezzo che non può competere con prezzi bassissimi in quanto il processo della concia della pelle è lunghissimo. Per lo più, c'e bisogno di artigiani specializzati che devono stare attenti ai piccoli difetti, come le punture di insetti, e tagliare cercando di evitarli, confezionare il capospalla e realizzare un ottimo prodotto. Se si pensa alla finta pelle, è ovvio che il costo è più basso perchè non c'e bisogno di operai specializzati, ma essi sono sostituiti da macchinari, realizzando il prodotto senza alcuna difficoltà e senza alcuna particolare attenzione.